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PROTEGGERLO DALLE ZECCHE PER EVITARE L'EHRLICHIOSI

Dott. Giuseppe Larosa

L'agente che causa l'ehrlichiosi nel cane in Italia è un microrganismo che appartiene alla famiglia delle Rickettsiaceae (Ehrlichia canis) che si localizza prevalentemente nel citoplasma dei monociti e dei linfociti.
Per la sintomatologia e le lesioni che si presentano sull'animale, in passato,questa malattia, veniva conosciuta con i nomi di Rickettsiosi del cane, febbre emorragica del cane, tifo canino.
Il serbatoio della malattia è costituito da una zecca (Rhipicephalus sanguineus), che,quando è portatrice della malattia, durante il pasto di sangue su un cane sano, può trasmettere la malattia.

Una zecca infetta, può rimanere portatrice della malattia per un periodo di tempo che può arrivare a cinque, sei mesi dopo il suo pasto di sangue su di un cane ammalato di Ehrlichiosi.
Addirittura, si è accertato che se la zecca si è infettata nel periodo finale dell' estate e, riesce a sopravvivere all'inverno, può trasmettere al cane la malattia durante la primavera dell'anno successivo.
Nell'animale ammalato, la malattia può avere un'evoluzione acuta o cronica con una varia sintomatologia.

La prima fase può avere una durata di 15-30 giorni, durante i quali l'Ehrlichia si moltiplica all'interno di alcune cellule del sangue, del fegato, della milza e dei linfonodi, causando una progressiva anemia, che può peggiorare man mano che la malattia evolve verso la cronicità. Oltre all'anemia, vi è una progressiva diminuzione delle piastrine o trombociti in circolo (elementi figurati che hanno un fondamentale ruolo nella coagulazione del sangue).
Oltre ad una fase acuta e cronica della malattia, alcune volte si può riscontrare una forma subclinica, fase priva di sintomi della malattia, e questo periodo può variare da due mesi a 5 anni.

In questo caso, se il sistema immunitario dell'animale è in grado di attuare tutte le procedure di difesa dell'organismo si può arrivare ad una guarigione spontanea dell'animale, altrimenti si può arrivare ad uno stato di cronicizzazione della malattia.

La sintomatologia clinica che si può riscontrare sul cane, che può variare a seconda della fase della malattia, è febbre (che può superare i 40° C), inappetenza, depressione del sensorio, anemia più o meno grave, difficoltà respiratoria, rinite, congiuntivite, aumento di volume di alcuni linfonodi esplorabili.

Man mano che la malattia procede, se non sono state iniziate delle adeguate terapie mediche, a causa della piastrinopenia, può presentarsi una sintomatologia emorragica con perdita di sangue dal naso, presenza di sangue nelle urine o nelle feci fino ad arrivare ad evidenziare delle emorragie sulle mucose e sulla pelle in corrispondenza dell'addome e sulle parti prive di pelo.
Altri sintomi, riscontrabili con minore frequenza sono edema della cornea (che causa un opacamento della stessa), difficoltà a camminare fino ad arrivare addirittura a delle paresi su uno o più arti come conseguenza di piccole emorragie del Sistema Nervoso Centrale.

Alcune volte, per non farci mancare nulla e per complicare ancora di più le cose si può evidenziare uno stato di immunodepressione del cane, a causa di una seria compromissione del sistema immunitario. Purtroppo, questo stato di immunodepressione può facilitare l'instaurarsi di infezioni secondarie causate da vari agenti patogeni.

Dopo un prelievo di sangue, sarà il laboratorio a confermare la malattia.
Vista la gravità di questa patologia, e non essendo presente attualmente alcuna possibilità vaccinale è molto importante puntare sulla prevenzione, che può essere instaurata con il controllo delle zecche sia nell'ambiente nel quale vive o viene portato il cane, sia sul cane stesso per evitare che possa essere parassitato durante le sue passeggiate giornaliere.

Vari sono i prodotti antiparassitari, presenti in commercio e disponibili in varie formulazioni come polveri, spry, collari, prodotti "spot on"e alcuni prodotti iniettabili. In alcuni casi, direi spesso, nei periodi più a rischio è opportuno associare alcune formulazioni come collare e prodotto spot on.

E' molto importante fare in modo che la zecca rimanga attaccata alla cute dell'animale il minor tempo possibile ,poiché alcuni studi hanno dimostrato che più tempo la zecca rimane sulla cute a pasteggiare maggiori sono i rischi di trasmissione della malattia.

Altrettanto importante è iniziare la prevenzione nei confronti delle zecche già all'arrivo del primo caldo, prima che le zecche comincino a farsi vedere nei prati o nei luoghi frequentati dall'animale.


 

       
         
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